Testo:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescrive per l’indicazione dei responsabili". […]

(Art. 21 della Costituzione italiana)

 

La libertà di manifestazione del pensiero costituisce uno dei princìpi basilari della tradizione liberale e democratica. Essa si fonda sulla convinzione che nessuno è depositario della verità assoluta e che quindi è di importanza vitale per la società consentire la libera circolazione delle idee ed il confronto tra le più diverse opinioni. Il principio del pluralismo ideologico, cioè della pari legittimità di tutte le idee, si è faticosamente affermato nel corso della storia, al punto che, ancora oggi, in numerosi regimi autoritari esiste una sistematica persecuzione contro coloro che dissentono dall’unica verità affermata dallo Stato.

L’articolo 21 della Costituzione, rifacendosi ad uno dei princìpi caratterizzanti l’ideologia liberale, afferma che tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e qualunque altro mezzo di diffusione delle idee.

Dopo aver garantito la libertà di espressione del pensiero con ogni mezzo, la Costituzione si sofferma esclusivamente sullo strumento di comunicazione più tradizionale, cioè la stampa, vietando ogni forma di censura o controllo preventivo da parte dello Stato sul contenuto di libri e giornali. Soltanto dopo la loro diffusione, le pubblicazioni a stampa possono essere sottoposte a sequestro su ordine del giudice, qualora il testo divulgato sia contrario al buon costume o rappresenti, più in generale, una violazione dei diritti altrui.

Una possibile minaccia al pluralismo ideologico può derivare dalla concentrazione delle principali testate giornalistiche della carta stampata e della televisione nelle mani di pochi imprenditori, a causa degli altissimi costi di gestione accessibili solo a grandi gruppi editoriali. A questo scopo, sono state emanate nel nostro Paese diverse leggi, che regolano la proprietà di giornali e televisioni, per evitare il fenomeno delle concentrazioni e cercare quindi di garantire un’informazione pluralista ed indipendente.