Testo:

"La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche".

(Art. 6 della Costituzione italiana)

 

La Costituzione, dopo aver affermato, nell’articolo 3, che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di razza e di lingua, applica concretamente quello stesso principio, stabilendo, nell’articolo 6, che la Repubblica si impegna a proteggere le minoranze linguistiche con apposite leggi. Nel corso della sua storia lo Stato italiano ha inglobato popolazioni che hanno tradizioni culturali e linguistiche diverse e che spesso rivendicano con orgoglio la loro identità. I casi più rilevanti riguardano le popolazioni francesi in Valle d’Aosta, tedesche nell’Alto-Adige, slovene in Friuli-Venezia-Giulia, ecc. Lo Stato protegge tali minoranze, consentendo, ad esempio, ai cittadini italiani che parlano tedesco o francese di esprimersi nella propria lingua in scuole e uffici pubblici e prevedendo che nelle zone ove essi abitano i documenti ufficiali (compresi i cartelli stradali) siano scritti sia in italiano che nella lingua locale. Inoltre la Costituzione riconosce condizioni di particolare autonomia ad alcune regioni in cui vivono minoranze linguistiche, capovolgendo l’impostazione del regime fascista, che volle imporre l’italianizzazione forzata delle popolazioni. La tutela delle minoranze si basa su fondamentali valori di civiltà e progresso: la convinzione che la diversità di cultura e tradizione sia un arricchimento e non una minaccia e la necessità di salvaguardare i diritti di libertà di ognuno, anche nella prospettiva di poter conservare la propria identità culturale.